ANKARA - Un forte terremoto è stato registrato in una provincia orientale turca con capoluogo nella città di Van, 380mila abitanti, vicina al confine con l'Iran. Il bilancio sarebbe drammatico: i morti accertati sono 217 (con 1090 feriti), ma i dispersi sono centinaia. Secondo una stima dell'istituto di sismologia Kandill di istanbul le vittime sarebbero tra 500 e mille.
Il sindaco del capoluogo, Bekir Kaya, ha parlato di "molti morti - ha riferito alla televisione turca NTV - parecchi edifici sono crollati, c'è tanta distruzione. Abbiamo urgente bisogno di aiuto, di medici." La televisione rende chiaramente la misura del dramma: edifici di più piani crollati, gente che scava con le mani o invoca aiuto sbracciandosi in una lotta contro il tempo per cercare di tirare fuori dalle macerie le persone intrappolate.
Attraverso il consolato di Smirne, l'ambasciata italiana ad Ankara si è accertata delle condizioni dell'unica famiglia di nostri connazionali residente a Van: originario di Pisa, il nucleo composto di padre, madre e figlia sta bene.
Le conseguenze del terremoto potrebbero essere davvero disastrose in una paese come la Turchia, dove molte case sono state edificate non nel pieno rispetto delle norme, è il commento dei sismologi citati dalle televisioni. La Turchia è un paese notoriamente a rischio terremoto.
La NATO, di cui la Turchia è membro, attraverso il segretario generale Anders Fogh Rasmussen si è detta disposta ad "assistere, se necessario, il nostro alleato turco".
Di fronte alla tragedia, anche Israele ha offerto il suo aiuto umanitario alla Turchia, sebbene le relazioni tra i due paesi siano congelate. Anche il ministro della Difesa di Tel Aviv, Ehud Barack, ha comunicato ad Ankara la disponibilità a fornire "tutto l'aiuto di cui ha bisogno". Recentemente la Turchia ha espulso l'ambasciatore di Israele e ha congelato le relazioni militari con Tel Aviv per protesta contro il rifiuto israeliano di scusarsi per le vittime causate nel 2010 dal blitz delle sue teste di cuoio su un battello turco della Freedom Flottilla che cercava di forzare il blocco navale per
portare aiuti a Gaza.
Fonte: Repubblica.it
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